Dal salmo 127 (128)
R. Sarà benedetto chi teme il Signore
Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene. R.
La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa. R.
Ecco com’è benedetto l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita! R.
(Questo salmo è collegato alle seguenti letture: Gn 1, 26-28.31a; Ef 5, 1-2a.21-33; 1 Pt 3, 1-9)
"Sara benedetto chi teme il Signore". Che cos'è la benedizione? E' un termine misterioso e familiare allo stesso tempo, che anche popolarmente usiamo a proposito del matrimonio quando diciamo "benedire le nozze". Benedire qualcuno vuol dire affermare che questi è un "bene", che è un "bene" che egli esista, che sia qui, e che desideriamo il "bene" per lui perché questo suo bene è un bene anche per noi che lo benediciamo... Insomma la benedizione è un bene che zampilla dal cuore, dilaga e vorrebbe riversarsi in pienezza su ciò che viene benedetto.
Quando Dio ha creato l'uomo e la donna li ha benedetti nella loro relazione (Gn 1, 28). Ed infatti il libro della Genesi racconta che Dio guardandoli considera di aver fatto una cosa non semplicemente "buona" come per tutto il resto della creazione, ma "molto buona" (Gn 1, 31). Sull'uomo e sulla donna c'è lo sguardo di Dio che sorride e vede che cosa bella e grande siano queste sue creature e dona loro una pienezza di vita. La benedizione di Dio non è dunque soltanto un vago desiderio - come potrebbe esserlo quella dell'uomo - ma è una precisa promessa di vita e di gioia, cui Egli si impegna e che costituisce l'oggetto di ogni suo pensiero: "E' bello che tu ci sia. Che voi ci siate".
Perché allora il salmo ci dice che sarà benedetto "chi teme il Signore"? Che senso ha questo "timore"? Ricordiamo che nella Bibbia il "timore" non è la paura né la soggezione né l'angoscia né l'atteggiamento servile del suddito. Il "timore" infatti nel suo significato teologico è legato spesso nella Scrittura alla lode e alla adorazione, che sono espressioni di gioia. E' l'atteggiamento che segue ad un miracolo o ad una potente manifestazione di Dio, e quindi consiste in quel sentirsi piccoli dinanzi a qualcosa che ci supera infinitamente e che è a nostro favore.
In fondo è l'attegggiamento di chi riconosce Dio come Dio, come proprio Creatore e Salvatore. La coppia che si pone con umiltà e gioiosa fiducia sotto lo sguardo amante e benedicente di Dio non può non ricevere questa abbondanza di vita.