22 settembre 2020

Sarà benedetto chi teme il Signore.

Dal salmo 127 (128)

R. Sarà benedetto chi teme il Signore

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene. R.

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa. R.

Ecco com’è benedetto l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita! R.


(Questo salmo è collegato alle seguenti letture: Gn 1, 26-28.31a; Ef 5, 1-2a.21-33; 1 Pt 3, 1-9)

"Sara benedetto chi teme il Signore". Che cos'è la benedizione? E' un termine misterioso e familiare allo stesso tempo, che anche popolarmente usiamo a proposito del matrimonio quando diciamo "benedire le nozze". Benedire qualcuno vuol dire affermare che questi è un "bene", che è un "bene" che egli esista, che sia qui, e che desideriamo il "bene" per lui perché questo suo bene è un bene anche per noi che lo benediciamo... Insomma la benedizione è un bene che zampilla dal cuore, dilaga e vorrebbe riversarsi in pienezza su ciò che viene benedetto.

Quando Dio ha creato l'uomo e la donna li ha benedetti nella loro relazione (Gn 1, 28). Ed infatti il libro della Genesi racconta che Dio guardandoli considera di aver fatto una cosa non semplicemente "buona" come per tutto il resto della creazione, ma "molto buona" (Gn 1, 31). Sull'uomo e sulla donna c'è lo sguardo di Dio che sorride e vede che cosa bella e grande siano queste sue creature e dona loro una pienezza di vita. La benedizione di Dio non è dunque soltanto un vago desiderio - come potrebbe esserlo quella dell'uomo - ma è una precisa promessa di vita e di gioia, cui Egli si impegna e che costituisce l'oggetto di ogni suo pensiero: "E' bello che tu ci sia. Che voi ci siate".

Perché allora il salmo ci dice che sarà benedetto "chi teme il Signore"? Che senso ha questo "timore"? Ricordiamo che nella Bibbia il "timore" non è la paura né la soggezione né l'angoscia né l'atteggiamento servile del suddito. Il "timore" infatti nel suo significato teologico è legato spesso nella Scrittura alla lode e alla adorazione, che sono espressioni di gioia. E' l'atteggiamento che segue ad un miracolo o ad una potente manifestazione di Dio, e quindi consiste in quel sentirsi piccoli dinanzi a qualcosa che ci supera infinitamente e che è a nostro favore.

In fondo è l'attegggiamento di chi riconosce Dio come Dio, come proprio Creatore e Salvatore. La coppia che si pone con umiltà e gioiosa fiducia sotto lo sguardo amante e benedicente di Dio non può non ricevere questa abbondanza di vita.
 

06 luglio 2020

Le Beatitudini

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5, 1-12a

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
 


(E' possibile leggere anche la forma lunga di questo Vangelo facendo seguire il testo di Mt 5, 13-16)

Che cosa metteremo al centro del nostro Matrimonio? Quale sarà la sua colonna portante? La sua stella polare? Su quale fondamenta vogliamo iniziare a costruire? Se stiamo scegliendo consapevolmente di celebrare il Matrimonio come sacramento - nella Chiesa - ciò vuol dire che noi stiamo costruendo su Cristo e che la nostra stella polare sarà la sua Parola. 

Nel matrimonio non si dice "sì" soltanto al proprio partner ma lo si dice anche - insieme - al Signore. Ci si dona reciprocamente l'uno all'altra, ed insieme ci si dona a Cristo perché Lui per primo si è donato a noi. E' un profondo Mistero di comunione e di amore. 

Proprio per questo il Lezionario del Matrimonio propone - come primo tra i testi dei vangeli - quello delle Beatitudini, che tratteggia il profilo del discepolo e ne lascia brillare le promesse. 

Perché chi sceglie di amare con Cristo sceglie un'umiltà colma d'amore che si appoggia solo su Dio ("poveri in spirito"), sceglie di avere un cuore che non sia indurito ("afflitti"), delicato nell'accostarsi all'altro ("miti"), desideroso di veder compiersi il sogno di Dio sul mondo ("assetati di giustizia"), paziente dinanzi alle ferite dei cuori ("misericordiosi"), libero da ogni attaccamento, vizio o dipendenza che possa inquinare la relazione ("puri di cuore"), determinato a costruire con sapienza la pace ("operatori di pace"), pronto anche a soffrire per essere fedele a Dio ("perseguitati per la giustizia"). 

Quanto sarà luminoso questo cuore? E quanto poco invece saprà amare chi non ha accolto questo invito di Dio? Ed anche se questo amore non venisse compreso o venisse addirittura contrastato dal modo di pensare del mondo, dalle tante forze che insidiano il cuore dell'uomo, il Signore assicura che alla fine l'ultima parola sarà quella delle sue promesse e della sua Grazia.

22 giugno 2020

La speranza non delude.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 5, 1-11 

(E' possibile leggere anche la forma breve escludendo il testo tra parentesi quadre [...])

Fratelli, giustificati per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo; per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio, E non soltanto questo: noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

A maggior ragione ora, giustificati per il suo sangue, saremo salvati dall'ira per mezzo di lui. Se infatti, quand'eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, dal quale ora abbiamo ottenuto la riconciliazione ].

(A questa lettura è collegato il salmo 130)

Noi sentiamo di essere stati fatti per la gioia, una gioia vera. Una gioia profonda che non resta sulla superficie dell'oggi ma si slancia in avanti e fa dire al cuore: "non può non essere per sempre!". Questa è la virtù della speranza. Essa dà vita ai desideri buoni, mette in moto le energie della persona, fa guardare oltre il breve orizzonte dell'immediato.
 
Senza di essa invece, la felicità del momento presente si trasforma subito in malinconia, le piccole difficoltà del cammino diventano ostacoli che non vale la pena affrontare, e l'ansia di poter perdere qualcosa resta la sola ragione delle nostre azioni. Senza la speranza viviamo una vita dal fiato corto.
 
Ma qual è la sorgente della speranza? Come ravvivarla in noi? San Paolo lo afferma con chiarezza: la speranza si fonda sull'amore che Dio ci ha assicurato donandoci suo Figlio, senza fare alcun conto dei nostri peccati o delle nostre mancanze. La speranza si fonda sulla certezza di un amore, "riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo".
 
La vera speranza quindi è una promessa, la vera speranza è una profezia.
 
Allora anche le prove e le difficoltà della vita (le "tribolazioni") diventano un passaggio verso questa pienezza, attraverso l'accoglienza della prova (la "pazienza") e la fedeltà coraggiosa alla Parola ascoltata (la "virtù provata").
 
Quando una coppia si affaccia a questo sorprendente orizzonte - quello delle promesse di Dio e della sua alleanza -, le sue scelte d'amore e il suo impegno possono mettere radici saldamente nella fede in un amore più grande.
 


15 giugno 2020

Erano assidui e concordi nella preghiera, con Maria.

Dagli Atti degli Apostoli
At 1, 12-14

Dopo che Gesù fu assunto in cielo, gli apostoli ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato.

Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. C'erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo.

Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui.

(A questa lettura è collegato il salmo 148)

 
Nel tempo di Pasqua la liturgia ci fa ascoltare il libro degli Atti degli Apostoli, cioè il racconto della vita e della missione dei discepoli di Gesù subito dopo la sua Risurrezione, la storia della Chiesa nascente. Anche nella Messa degli sposi è possibile scegliere alcuni testi presi da questo libro.
 
In fondo anche i nuovi sposi sono una comunità nascente, che come i discepoli sente i "brividi" degli inizi: gli entusiasmi, le ansie, i progetti di un cammino da vivere nell'amore, lanciato verso un futuro sconosciuto. Qui in modo particolare troviamo due parole che profumano di vita familiare: la parola "abitare" e la parola "insieme".
 
In questo passo gli Apostoli, insieme ad alcune donne, a Maria e ai membri della famiglia di Gesù, iniziano la loro vita comune. Gesù aveva detto loro di attendere a Gerusalemme il dono dello Spirito Santo, l'Amore "che viene dall'alto".
 
Solo lo Spirito Santo darà loro la forza luminosa di vivere e testimoniare un amore più grande di loro. Più grande delle loro emozioni negative, delle loro differenze, delle loro incomprensioni, dei loro errori, dei loro limiti, delle loro delusioni, dei loro egoismi, dei loro risentimenti. E rinnovare ogni volta la gioia.
 
Come aspettano il dono dello Spirito? Il brano lo dice chiaramente: "erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con Maria". Quale enorme potenza è la preghiera fatta assieme con assiduità, insieme a Maria! La preghiera comune porta Gesù nel cuore della famiglia e nel cuore di una comunità. Un segreto misconosciuto.
 
Ci chiediamo: che cos'è la preghiera? Perché la preghiera comune ha questa forza? Come pregare insieme?